Di fiamme e puà. Poemetto – di Mariangela Venezia

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Tranquilla mio tesoro, cosa vedo tu sorridi
Strattoni un dottorone e ti aggrappi e al suo barbone
Il riso tuo risuona nella stanza senza odori
Cosa possono comprendere ignorando i loro cuori?

Era tonda come un bottone
blu come l’abisso profondo e lucente come ottone
la neonata era forte, in salute e ridente
se quella macchia era un male, era un male da niente

Ma dopo qualche giorno un’altra ne spuntò
una macchia zaffiro stellato sulla guancia destra si formò
simmetrica e rotonda, identica per grandezza e colore
nel regno di Vallampone face molto clamore

Non si veniva a capo della situazione
nessun professorone trovò una spiegazione
intanto la bambina si riempiva di pallini
due persino sui lobi, a mo’ di orecchini
sarà la varicella, il morbillo la scarlattina
nessun dolore lamentava la piccina

Disegno di Franklin Candelario

Di fiamme e puà. Poemetto ©Disegno di Franklin Candelario