Ignotostalgia (o fernweh) – di Stefano Vaiarelli
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Di quegli scarponi non ancora consumati
per quelle strade non ancora trovate.
Di quelle montagne da abbracciare
sotto quei cieli non ancora accarezzati.
Di quelle nuvole non ancora dissipate
sopra quei deserti da cavalcare.
Di quelle musiche non ancora reboanti
di voci, lingue, strumenti e canti.
Di quegli abiti non ancora danzanti
di donne, uomini, vecchi e infanti.
Di quei silenzi non ancora vinti
di popoli gioviali, accoglienti e distinti.
Di quelle isole abbandonate
da mari non ancora navigati.
Di quei sorrisi non ancora stregati
sotto quelle stelle non ancora rapite.
Di quei vestiti che non hai ancora tolto
senza prima slacciare le stringhe
di quegli scarponi non ancora consumati…
Come l’anima che si strugge
per l’attesa di quel viaggio
di cui non puoi fare senza.
Il ritorno è un miraggio,
il rimpianto è la partenza.
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