André Góes/Intervista – a cura di Stefano Vaiarelli

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Stefano Vaiarelli: ¿Qué es para ti la inspiración libre?

André Góes: La poesia es bellas artes,una arte veloz,mas que literatura,la poesia tiene esta quantica involuntária en su poder genético de fusionar coloes olores,de sacarlos de un sonido por exemplo,la poesia es vidente también,te escapa del piensar,brota instintivamente,te digo,un estado mágico ,místico,algo que te toma te ocupa,está vena esta vertente,este conjuro de brisas,esta lente macro microscópica,poesia,todo un arquivo sensorial…escrevo mi primeiro poema com 14 anos,e minha vida cambia,sinto algo que nao posso me livrar evitar,y me gusta,y veo que esta beleza esta velocidad sensorial ,esta magica está en toda parte,y digo ,eso quiero ,vivir poesia ,ser poeta,que tremendo caramelo,(como no habia probado estos colores antes)uauuu quiero ser poeta,asi empeza la trajédia y la trajetória…
-fue creado en una montaña de magos y hipesss locos,entre campesinos y esta gente formo mi erudición,soy auto-didacta,de un manicomio a la montaña,tengo una formación muy libre holistica y ectlética,una mescla rara y exótica me safa del academisismo,y por fin lapoesia me llega con algo ritualístico,una mandala mundana un oráculo intímo…escribir es poco,hay que estar poeta,(un gesto poetico me vale mas que un verso poetico)siento que estoy haciendo poesia y vivendo poesia,cuando tengo tiempo para telepáticas guerras de hormigas.”

Stefano Vaiarelli: Che cos’è per te l’ispirazione libera?

André Góes: La poesia è arte, un arte rapace, va al di là della letteratura, la poesia possiede questa quantica involontaria nel suo patrimonio genetico, capace di fondere colori e odori, di estrapolarli da un suono, per esempio. La poesia è anche veggente, sfugge al pensiero, sgorga istintivamente, uno stato magico, mistico, qualcosa che ti prende, ti occupa, questa vena questa vertente, questo scongiuro di brezze, questa lente macro-microscopica, poesia, tutto un archivio sensoriale… Scrissi la mia prima poesia a 14 anni, e la mia vita cambiò, sentivo qualcosa che non potevo evitare di fare, e mi piaceva, e vedevo che questa bellezza, questa velocità sensoriale, questa magia si trovava dappertutto, e mi dicevo, questo è quello che voglio, vivere di poesia, essere poeta, una caramella deliziosa (che non avevo mai provato prima). Volevo essere poeta, così iniziò la tragedia e la traiettoria…
Sono cresciuto in una montagna di maghi e hippie pazzi, tra contadini, e questa gente formò la mia erudizione, sono autodidatta, da un manicomio alla montagna, ho una formazione molto libera, olistica ed eclettica, una miscela strana ed esotica mi ha salvato dall’accademismo e alla fine la poesia mi conquista con qualcosa di rituale, un mandala mondano, un oracolo intimo… Scrivere non basta, bisogna vivere poeticamente (un gesto poetico vale più di un verso poetico). Sento che sto facendo poesia e vivendo la poesia, quando ho tempo per guerre telepatiche di formiche.

©André Góes

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