La gentilezza e lo sport/Conversazione con Barbara Fontanesi

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©Barbara Fontanesi

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Lisa Rampilli

La gentilezza si esprime nell’autentica virtù della nobiltà d’animo  e elevatezza dei sentimenti disinteressati nei confronti degli altri.
La pallavolo, volley, è uno sport che esprime nel gioco forza e energia, competizione volta alla vittoria, e apparentemente sembra distante  dal mettere in campo la gentilezza anche se la rete di divisione fra le squadre sembra contenere maggiormente che in altri sport il livello di scontro.
Quando, secondo la tua esperienza, la gentilezza offre la sua espressione più  audace e autentica nel volley dentro e fuori dal campo?

Barbara Fontanesi

Ho sempre più spesso la sensazione che la qualità dei rapporti  umani sia degradata da modi di porsi aggressivi, spesso interessati ed aridi. Non parlo soltanto della cortesia – comunque anch’essa quasi scomparsa – ma di quel tratto dell’anima che, così come l’educazione, sembra oggi un optional non più necessario per vivere. Lo sport non è esente da questo clima per il semplice fatto che un giocatore solitamente gioca in campo come nella vita. Il fair play, tipica espressione sportiva, utilizzata per indicare un gioco leale, educato e generoso è un fondamentale che va formato e coltivato quotidianamente per l’essenza del gioco di squadra: la tattica. La tecnica è il mezzo per applicarla. Nel volley, seppur a tratti sia evidente una gestualità che ricorda gli sport più individualisti come il tennis,  il punto fondamentale è che non si può prescindere dal passaggio della palla al proprio compagno di squadra. Potremmo sostenere che non c’è la possibilità di segnare “punto” senza la compattezza della propria squadra. Così come non c’è gara senza l’avversario. È nel fare “punto” realizzato all’istante o nel colpo subito, che la squadra si raduna al centro del campo per esultare e condividere la gioia di quel momento o richiamare l’attenzione di tutti verso un passaggio delicato o critico, magari molto complesso del gioco. Ed è proprio al centro del campo, nel gesto del toccarsi il palmo della mano o nell’abbraccio del compagno, che si rinnova lo spirito della condivisione del gioco.
Un altro elemento che caratterizza il gioco della pallavolo è il compito ineludibile a collaborare con i compagni. Ogni giocatore è chiamato a gestire, nel momento stesso in cui si trova a colpire la palla, il gioco dell’intero gruppo.  Quando la mano tocca la palla, per un attacco o per un palleggio, in quel preciso istante c’è un vuoto di solitudine in cui può succedere di tutto. Il senso della gentilezza del gioco sta anche nell’accettazione di quel vuoto, di questo spazio di libertà che viene riconosciuto all’atleta da parte di tutta la squadra. Crescere gentile in campo e nella vita, non riguarda il parlare sotto voce o il rispettare l’arbitro, ma bensì maturare nella consapevolezza che la crescita di sé come atleta e come uomo, avviene soltanto parallelamente alla rinuncia del proprio egoismo.