Libri / Natacha Michel / Plein présent – a cura di Valentina Tibaldo

Tratto da Natacha Michel / Plein présent, Éditions Verdier,  2013.
Tutti i diritti riservati@Natacha Michel / Plein présent, Éditions Verdier, 2013.

Video presentazione/Natacha Michel / Plein présent, Éditions Verdier, 2013.


 
 

 
 
Natacha Michel / Plein présent, Éditions Verdier, Paris 2013.
 
 

 
 

Pagina / Natacha Michel : Plein présent, Éditions Verdier, Paris 2013.

Natacha Michel : Plein présent, Éditions Verdier, Paris 2013.


 
 

 
 
Per saperne di più su Natacha Michel, Plein présent, : Ici commence
Éditions Verdier
 
 

 
 
SPUNTI DI LETTURA: l’incipit

La montagna incantata

Che luogo? Quaggiù. Cité Robert-Houdin, zona residenziale. Che tempo? Un febbraio mite, ingannatore di piante e fiori, al farsi del giorno. Il personaggio principale? Marianne, Mélaine, Josèphe, sì, è un nome di ragazza, Colombe e Véronique. Scenario e accessori? Starete a vedere. I tre colpi che l’annunciatore batte prima del levarsi del sipario, soltanto «Ehi ».
Perché, questo era, da mattina a sera,«Ehi».

L’Ehi mattutino è quello del fachiro. Fa spuntare una corda che si tiene sospesa in aria. Colei che avete appena visto abita nel cuore di Parigi, nella soffitta di una casa in rovina, c’è forse un modo più veloce di arrampicarsi fino a lei? Il grido si leva alto, risalendo per un glicine centenario. Attraverso l’occhio di bue del tetto passano un braccio, una spalla. E una fluente chioma bionda ricade sulle ardesie spioventi. “Davvero è ora? – Vieni oggi?” Per Marianne la scuola è: autorità e trasgressione, legge severa e angoscia, per Josèphe paradiso, per Colombe è vincita, per Mélaine indifferenza.
Mélanie, serrata fino al collo in un busto di gesso, dorme su un asse, le mani sul lenzuolo, la testa sotto l’occhio di bue; si sveglia. In questa sorta di pigiama protesi, che un inizio di tubercolosi ossea, scoliosi grave è il nome ufficiale, le impone, lei scivola dentro quando nessuno la vede. Mélaine, è lepre di giorno e tartaruga di notte? E ogni mattina, Marianne, arriva, otto e un quarto, «Ehi», la richiama ad alzarsi – perché se no «Mi perdoni, professoressa, ero un po’ indisposta,» e Mélaine rifila una giustificazione che lei stessa ha scritto e firmato, con un’imperturbabile faccia tosta che lascia di stucco l’insegnante.

 

 
COSA RACCONTA IL LIBRO:

Come scrive Natacha Michel nella quarta di copertina, si può dire che Plein présent narri una storia a molte facce; è la storia di una delusione amorosa raccontata da una ragazza ad altre quattro. Ognuna di loro ne offre un’interpretazione differente. Un mito è una narrazione che conosce diverse versioni. E il ragazzo che suscita quest’amore non ne è forse uno?
Ma narra anche una storia di un intrigo e di una trama di vendetta che trascina nella vicenda una celebre vecchia poetessa, un giovane paraguaiano e alcuni individui tanto stravaganti quanto poco raccomandabili.
E ancora, è la storia degli eventi politici che la segnano fortemente: la guerra d’Algeria vista dalla Francia, dal golpe dei generali in Algeria, il 23 aprile 1960, alla manifestazione di Charonne dell’8 febbraio 1962, passando per, o meglio, soffermandosi sul massacro degli algerini del 17 ottobre 1961. Con anche accenni alla Spagna di Franco, rifugio dell’OAS.
Un altro modo di raccontare Plein présent, è quello che passa in quel che la storia ha di più intimo, l’amicizia feconda e creativa delle cinque giovani, così diverse fra loro; contraddittorie, che crescono costruendo le loro esistenze le une passando attraverso il narrato delle altre. E la scrittura, nella sua poesia diviene elemento strutturante di una memoria che rende il passato pretesto dell’attuale; l’eternità dell’istante diviene forza , entusiasmo nella prosa che di slancio sradica eventi passati e li dimora in plein présent. È questo un libro dedicato alla gioia di vivere, alla difficoltà di essere uomini e alla Francia.