Altra economia – di Francesco Muscente

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L’economia è fatta di attori e oggetti, valori numerari e non, dare e avere, acquisizioni e cessioni, valuta e moneta, bisogni e desideri, soddisfazione e sacrifici, obiettivi e risorse, tempo e luogo, negoziazione, transazione e scambio.

Alla base di tutto c’è lo scambio. Ma cosa ci spinge e quale forza determina lo scambio? Qualche “chi” cede qualcosa ad altri “chi” per ricevere altro. Ma come viene stabilito il valore dello scambio?  Cediamo qualcosa valorizzato da altri (e ricevuto come contropartita di un tempo a sua volta ceduto), per ricevere altro a cui noi attribuiamo valore in funzione della capacità di soddisfazione di un nostro bisogno. Il denaro rappresenta quindi una stima della quantità di moneta necessaria per regolare lo scambio, la contropartita per la cessione e l’acquisizione.

Un cedente, un ricevente e un elemento di scambio. In ogni transazione c’è un motivo e le parti in gioco assumono le forme di motivante e motivatario. Il motivante ha una strategia, un obiettivo e uno scopo a lui chiari, ma non dichiarati. Il motivante ha bisogno però del motivatario, di colui che esegue. Ecco che lo scambio diventa somministrazione, concessione di motivazione provvisoria in cui la valuta diventa fine e l’esecuzione il mezzo. Qual è il valore dello scambio e cosa soddisfa i bisogni delle parti? Percezione di soddisfazione per il motivatario e esercizio di potere per il motivante. Lo scambio come missione non è vero scambio perché dovuto ad una imposizione che trasforma la moneta in fine e l’esecuzione in mezzo. Finito l’effetto dell’imposizione e ridotta l’attenzione dell’impositore, l’effetto svanisce e lo scambio si interrompe.

Nel gioco della partita doppia c’è contrapposizione tra dare e avere. La differenza è profitto, obiettivo e soddisfazione del motivante. Parte del dare è la somministrazione necessaria per il motivatario. La spinta del motivante verso il raggiungimento di un obiettivo che non è quello del motivatario, genera e alimenta l’accumulo. Navighiamo su enormi navi, siamo equipaggi motivatari a cui armatori motivanti impongono di raccogliere acqua e di riempirne le stive. Sempre più piene d’acqua, le navi rallentano, faticano e si appesantiscono fino ad adagiarsi su fondali asciutti di oceani da noi stessi prosciugati.

La motivazione allo scambio deve essere soggettiva e personale. Il vero motivato è generatore della propria motivazione e non ha bisogno dell’imposizione motivante, la soddisfazione non è comandata e il mezzo non è il fine. Non più moneta trina – motivante, mezzo e fine – ma moneta strumento di relazione ed elemento di scambio tra soggetti spinti da motivazione. Incontro di desideri da cui il mezzo acquista valore perché generatore di un scambio. La moneta come permuta del fine di soggetti desideranti. Motivatore e motivato non hanno bisogno di accumulare, ma diventano generatori di redistribuzione. L’altra economia è redistribuzione di ricchezza. Andare oltre è possibile se si comprende e condivide fino in fondo la vera motivazione dello scambio e della relazione. Le regole del gioco – non potendo più essere aggirate a beneficio di singoli – si annullano e semplificano a beneficio di molti.

L’altra economia è fatta di svuotamento e redistribuzione. Svuotamento delle stive riempite dall’accumulo e redistribuzione verso gli altri. Un sistema in cui la crescita del consumo è data dal libero scambio tra molti soggetti, liberi di scegliere in funzione della propria percezione di valore e di bisogno. Svuotamento delle stive è smobilizzo dei capitali, sono immobili aperti al libero scambio, raccolta di capitale diffuso, redistribuzione del margine.

Lo scambio è fatto da un “cosa” (l’oggetto dello scambio) e da un “chi” (i soggetti che scambiano). L’economia, per come la conosciamo, si basa sulla necessità di crescita del “cosa” in mano e da parte di un numero limitato di “chi”. I “chi” hanno il compito di incrementare i consumi per sostenere la crescita. Nell’altra economia la prospettiva si rovescia, cresce il “chi” e i nuovi consumi derivano dal contributo di un numero crescente di “chi” che a loro volta aumenteranno la crescita del “cosa”. Il “cosa” cresce perché aumentano i “chi” scambianti e il profitto redistribuito porta alla crescita dei molti. “La moneta circola, ma non si distrugge”. È stata fermata e deve essere sbloccata.

Equipaggi comunicanti liberano le stive, fanno fluire le acque inondando i fondali. Alleggerite, le navi si risollevano, prendono velocità, navigano libere, si incontrano, scambiano.