Fuori campo/Il gesto dell’atleta – di Barbara Fontanesi

FOTOGRAFIE DI ROBERTO PAGLIANI

ATTACCO-SCHIACCIATA-FUOCO

Il fuoco rappresenta tre simboli: fuoco terreno, il fulmine e il sole.

Fuoco terreno: la passione, il rosso, il cuore del giocatore, il suo battito.
L’audacia di giocare nell’istante il punto. Anche l’ultimo punto: quello più difficile.
Il fuoco interiore è quello della simultaneità tra ascolto e atto. Il dinamico e la dinamica delle combinazioni.
Un giocatore è forza, determinazione e sapienza al contempo.
Fulmine: elemento fortemente cinetico, rapidità d’ingegno, l’estro. Velocità dell’intendere. La capacità immediata di cambiare il colpo all’ultimo momento in base al posizionamento strategico dell’avversario o del tipo di palla ricevuta. La focalizzazione del punto di forza. La tenacia di sostenere lo sforzo, del salto, dell’attacco.
Il sole: riscalda. Il fuoco è l’elemento che scalda i muscoli prima del gioco. Energia e movimento. Tempra.
È il passaggio tra quello che si sta facendo e quello che si farà, tra ciò che è fuori e ciò che sarà dentro il campo. È l’elemento decisivo per la partita: artificio, strategia, intelligenza, ritmo, salto, urlo, entusiasmo, di noi con gli altri. L’emozione del pubblico nel campo di gioco.
Il fuoco ha il potere di scaldare e di distruggere.
Il fuoco è purificatore: il punto riuscito da diritto alla squadra di riprendersi la palla.
“Fare fuoco” nell’ambito della partita significa determinazione alla vittoria.

DIFESA-RICEZIONE-ACQUA

Sorgente di vita, sana, cura, alimenta. Indispensabile.
L’acqua rappresenta il fluire del gesto, la concentrazione, la ricettività, l’accoglienza, il profondo, le viscere, il rilancio continuo del gioco. Espansione e magnetismo.
Il corpo è morbido e rilassato: nell’accoglienza c’è disponibilità, disposizione, introiezione, flessibilità, liquidità, riparazione, di azione e scambio.
Nel volley è il fondamentale più difficile perché richiede estremo raccoglimento. È un gesto d’acqua: inafferrabile e pronto ad accogliere l’imprevedibile, stemperare la violenza, modificare gli eventi per flessuosità. La palla occorre sia un chiodo piantato nell’oceano.
Alcuni allenatori dicono che ricettori si nasce: L’allenamento migliora di poco lo stile… il corpo è sensibile o non lo è.
Ricevere vuol dire accogliere in maniera sinuosa ciò che non ti aspetti: tenere conto dell’inconciliabile e questo implica essere morbidi… sentire la palla accolta nell’abbraccio che la tempera nella corrente per essere tenuta e sollevata come una parola che vaga in una preghiera. Il corpo s’inchina e si rialza in magistrale riverenza dell’altro, anche qualcuno, al di là della rete, che gioca con noi nell’agone. Supremo esercizio di equilibrio. Nell’accogliere il nuovo, l’incognito. L’estraneo. Il sorprendente.
Accogliere significa accogliere la vita.

ELEVAZIONE-PALLEGGIO- ARIA

L’aria è la radice del cielo che attraversa il nostro respiro. L’etere, lo spirito, l’impalpabile, lo zefiro, il pneuma. La leggerezza, la sospensione, il volo, l’aleggiare, la spensieratezza. Il magnetismo scattante verso l’alto, la propensione all’elevazione, all’astrazione, all’inconsistente, al niente, all’attimo, Raffinatezza, eleganza, sottigliezza,

dove il corpo e la palla sono in volo l’incontro si effettua nell’istante. Il distacco, l’eccentricità del gesto, la lucidità dell’azione, la chiarezza dell’osservazione, la rarefazione, l’avverarsi dell’impensabile, la separazione da ciò che trattiene, la lontananza dai gravami. Lo spirito della terra e dell’atmosfera, il soffio vitale, l’angelo che ci prende le mani e ci sussurra alle orecchie il mistero delle sue ali e ci porta dove vanno gli aironi. In volo andiamo incontro all’infinito del cielo.
È il gesto che si svolge tra la terra e il firmamento e avviene solo per eleganza.
L’aria è il respiro necessario alla vita: cosi come il palleggiatore è il regista del gioco ed è un ruolo determinante per il movimento della squadra e della partita.
Lo svolgimento dell’agire accade nell’aria, fra aria e aria, corpo, cielo, terra, palla, salto, volo, tocco, slancio, spinta, sfioramento, delicatezza, intelligenza, intraprendenza, fino all’orientamento della direzione.

DIFESA-RECUPERO-TERRA

La terra è la stratificazione materiale, la materia, il nostro campo da gioco: ci sostiene e ci permette di giocare. È ciò che modifica gli elementi della lotta assestando in sé gli altri elementi. La terra è la condizione perché vi sia una partita, è il luogo di ciascuna nascita, di ogni esistere. È il riparo, il ricettacolo, di ogni avventura e di ogni riposo, delle ambizioni, della riuscita, della sconfitta, della consolazione.
È la ripresa organica, energia inestinguibile, l’incorruttibile, la terra ripara, taumaturgica nel silenzio e nel calore. La terra è materia del fare, pista dell’escursione di volo. Tutte le partite sono di terra e di cielo.

@ Fontanesi – Pagliani