Di fiamme e puà. Poemetto – di Mariangela Venezia

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Scappiamo dalla maga, che vuol toglierci i colori
parliamo mille lingue, gustiamone i sapori
di terra in terra andarono,
ebbri di sfumatura e di felicità
l’uomo rosso fuoco e la fanciulla a puà

Il fuoco non si spegne a contatto col mare
E l’acqua non evapora, continua a ondeggiare
È un miracolo l’incontro tra due abissi profondi
È il suono che produce l’amore tra due mondi

Disegno di Franklin Candelario

Di fiamme e puà. Poemetto ©Disegno di Franklin Candelario

Franklin Candelario vive a Milano ma è originario di Tejutla, Chalatenango, città di El Salvador, in America Centrale, dove ha studiato arte classica e pittura.
Parte giovanissimo dal suo Paese alla volta di Cuba, Messico, Puerto Rico, Stati Uniti per spingersi nei suoi viaggi fino in Alaska.
Presto scopre la boxe, uno sport quasi sconosciuto nel suo Paese. Minuto e scattante già da studente viene notato dalla federazione e partecipa a numerose competizioni internazionali in Centro America come boxeur professionista.
Disegna da quand’era piccolissimo, nel suo tratto artistico riverbera il riflesso della sua lingua madre, la traccia della sua storia. Le albe del suo Paese quando da bambino si svegliava per andare in chiesa e faceva la strada con il nonno sorseggiando l’Atol Chuco. Il profumo delle spezie e il colore ambrato dell’acqua di mais, il sapore, lontano, del pane francese. Il gusto delle tortillas con fagioli e il riso dei suoi cugini in lontananza.
Dai suoi disegni spuntano, indomabili, i colori delle foreste, le striature dei pappagalli, il blu assoluto dell’oceano.

Per lui il disegno è libertà.