Biberon – di Filippo Parodi

All rights reserved© Filippo Parodi
Disegno di Lisa Rampilli

© Lisa Rampilli, Biberon, 2014

© Lisa Rampilli, Biberon, 2014

E’ sempre lo stesso horror-sortilegio.
Quella tavola calda che è la fredda e circoscritta esistenza smisurata.
Entra, chiede una razione di panna montata. Nulla in più di quanto, a suo considerare, si sia meritato. Annuiscono e dopo un paio d’ore ecco che gli viene avvicinato un frappè rovente alla cipolla.
Adombrato guarda altrove, però beve.
La funesta e puntuale incongruenza insomma lo offende, gli sbriciola la mente.
Si mette a implorare Gesù, e che non resti lì a fissarlo, lo ha pregato di scendere dal legno… ma il Messia è in pausa pranzo, ora non gli può rispondere.
Con la sensazione – ovunque e di frequente – che lo stiano impugnando, ha preso la tendenza a condursi in disparte (uh se lo potessero osservare, noterebbero un bambino deragliato con finale mugolante!)

La voracità che intanto cresce, pericolosamente: negli ultimi mesi, con scarpe hitleriane da tip-tap, ha cominciato a martellare le tempie.
Oggi è di preciso come ieri, dunque inizia a camminare.
Un’aiuola disonesta e sì che si concede una sosta anestetizzante (quando è il caso è il caso, mamma. In fondo è tutta tua la colpa. Sei tu che mi lasciavi solo in una piazza e prima di ricomparire contavi fino a dieci…)
E incagliata nello sterno una voce che ribatte: “Non farne una tragedia, figlio mio. Per una decina di secondi! Mica andavo a friggermi due uova e poi tornavo!”
Poco a poco, sull’aiuola, deglutisce il bolo dell’infanzia. Non saranno proprio le farfalle, ma qualcosa di bucolico e avvenente fluttua e circa e dentro e intorno, perché un giorno – adesso lo ha capito – troverà chi gli sorride.
A incrociare occhi tanto risarcenti, folgoranti come un Cristo ridisceso sulla terra, ci sarà imbarazzo. Volterà per un attimo le spalle, magari col pretesto di ordinare un caffè soltanto… annuiranno, dopo un paio di minuti gli consegneranno una razione generosa di panna montata.
In più si sarà accorto che la cameriera è il ritratto sconcertante di sua madre che seguiterà a imboccarlo, benché lui non abbia fame.