Costa – di Mariangela Venezia

Immagini Francesco Muscente
Tutti i diritti riservati©Mariangela Venezia
Tutti i diritti riservati©Francesco Muscente

Nastri, Francesco Muscente

Nastri, Francesco Muscente

Lembo di diamante fiorito, acqua di lapislazzuli taglienti, ali sonore di pece a solcare vetranti distese di cielo.
A galla grume di spuma, insenature onuste di anemoni d’oro.
Lucivaga, Costa negli anfratti musicati dall’onda, negli angoli smemorati delle casupole gremite.
Barcarelle ondeggianti di bruni sintetici e facce aggrinzite di fuoco giallente e olii industriali. Ansiosi di ritmi estivi identici all’inverno, tentano invano di uccidere il silenzio rumoreggiante del vento. Oscitanti in una melodia ignota ai timpani di cuoio si riversano sulla rena come insetti multicolori.
Costa, fatta di calce e turchese, pietra rotonda levigata da un soffio, si cela al mare piovorno di alieni. Quale viaggio,dalla vertiginosa città, vi conduce fin qui, le vele enfiate di grecale, all’arrembaggio di ginepri e gigli di mare, salsi di vento.
Costa, sfasciata sotto un urlo lucente, le palpebre forate da barbagli gialli.
Cornacchie roche di sole,fiori rosa d’alba salmastra, campane pispiglianti di mucche selvagge, lasciate qui il nocciolo profondo e immacolato sicchè si radichino peschi e ciliegi e riportatevi indietro i cervelli di parole al cemento.che resti sola, distratta di rocce, spaesata di vicoli, dislocata di approdi ingombri di vuoto.
Due valve di una sola conghiglia, alchimendo tutto il mio sangue, gocciolano la vita di domani.
Agosto arde. La saettía fila.
Una vela sgheronata di tela bianca ride lontano.

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