Transfert – di Paolo Ferro

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Paolo Ferro, Transfert

Paolo Ferro, Transfert


 
 

 
 
 
 

Questo mio lavoro risale a molti anni fa, al 2004, come risposta a una teatralità accademica che ispirò il lavoro e la sua realizzazione. Infatti, per guardarlo occorre scrutare con la lente le minuscole tessere di un mosaico sovvertito e traslitterante da un’immagine all’altra, come lo scorrere di una pellicola d’identificazioni in progress che appaiono divenire qualcosa, per poi finire in nulla. Un sanatorio- psyillogic in cui il romanzo privato s’insinua nell’erudizione producendo una sovvertita lezione un-inversitaria nell’eccellenza dello stato d’arte.

Transfert è un “foto-racconto”(circolare) (ironico) dove il gioco del transfert è un incessante scambio di ruolo, fino alla dinamica tecnica del passaggio della fotocamera dalle mie mani a quelle degli altri protagonisti del gioco. Tutti i personaggi coinvolti erano anche attori e spettatori di una trama che inseguiva pretesti mnestici da me inscenati per raccontare una mia storiella privata/affettiva, ma il racconto nel suo svolgersi per immagini man mano rasenta l’incomprensibile, diviene un vero e proprio storyboard con riferimenti temporali.

Le foto sono divisibili in mini serie: da sinistra in alto si inizia con le foto virate in blu: il sogno, dove avviene lo scambio di identità, si prosegue con la serra (dalla fine della prima teca alla fine della seconda al centro), dove compaiono molti altri elementi simbolici (a me riferibili), per finire in casa(3^ teca) con altri scambi di soggetto; la messa in pentola immaginaria e il litigio (fin che lei era in serra io le cucino i suoi giocattoli, torna e se ne accorge).
Tutto il racconto nasce e finisce in una dimensione onirica, per la dinamica dello scambio, la modella interpreta il mio ruolo in realtà, mentre io resto il “regista” di questa mini collezione di ” finte farfalle” su finto prato(prato=memoria), presentata come fotogrammi di una pellicola cinematografica. (il lavoro riguarda il tema del gioco (anche psicologico e sentimentale) e risente della narrative art di Duane Michaels)