Come salvarsi da una foresta in fiamme- di Omar Cerchierini

Tutti i diritti riservati © Omar Cerchierini

©Foto di Thadsanapong Sinsumruai

Ayutthaya

Bangkok, 13 settembre

K’ Nui oggi scrive sulla sua pagina facebook, a didascalia di una foto che ritrae, su un tavolino da bar, la sua borsa Prada ed un caffé ghiacciato Dean&De Luca: “To officially start my colourful ‘n bright day.”

L’attitudine verso la vita che hanno le trans mi mette sempre di buon umore.

22 settembre

Da bambino, lui ha sempre avuto molti interessi e, se mai potesse dire di essere oggi in grado di fare cose diverse, la ragione sarebbe forse da ricercare in quelle passioni nate e coltivate nell’infanzia: e tutte al di fuori dal novero di quelle contemplate dalla sua famiglia, e dal padre specialmente. Contibuirono quindi sempre più a costruire un’immagine di stranezza attorno al bambino – che poi soffriva di sinusite, e senz’altro si ammalò di una pecoce depressione verso i nove anni, come testimonia una struggente foto presa sul ponte di B. con il giovane padre e l’invidiato fratello minore e dove lui appare sconsolato senza un perché, pallidissimo e coi gli occhi cerchiati di viola…

Tra le passioni dell’infanzia, oltre al cucito, ci fu la cucina, già a sei anni, con le frittelline preparate di nascosto onde evitare le reprimende e le ansie materne (“Non si tocca il gas! Guai ai coltelli!”). Poi, i volatili, studiati sul libro illustrato del birdwatching (e grande sconforto quando apprese dal padre che le probabilità di sorprendere un picchio verde nei loro boschi erano prossime allo zero). Ci fu nello stesso periodo l’amore per gli animali ed in casa trovarono ricovero un porcospino, una civetta, un criceto e, tra gli altri, una coppia di bengalini (nome scientifico: Amandava amandava) con la loro numerosa prole. Ed infine, soprattutto, la passione per i minerali e le erbe selvatiche (precoci segni vittimari del Mago e della Strega). Fu l’ora della  pirite cubica e dell’azzurrite, dei cristalli d’ametista e del quarzo giallo. Consultava, poi, un erbario, lo studiava e sperimentava: ricerca, essiccamento, infusi. Decotti. Fiale, contagocce e vasetti. La scoperta dell’epatica a primavera, nascosta tra le viole e le felci – con il brivido di poter incontrare una vipera; l’edibilità delle primule (che propose, senza successo, in insalata a tutta la famiglia); ed a novembre i ciclamini viola sul muschio, nel chiuso giardino della Torretta, tra le macchie infuocate delle foglie d’acero cadute a terra: erano queste le sorprese che popolavano la sua infanzia malinconica e solitaria.

Stamattina. L’uomo che sembra un giapponese, e forse lo è. Esce proprio adesso dal Parco Lumphini. Ha una busta di plastica trasparente con dentro dei pomodorini ed un lungo gambo di sedano. È il Signore con il Sedano, mi dico. Chissà, mi domando, stamane si sarà svegliato con l’idea di comprare un sedano? E che cosa si sarà detto, rigirandosi sul letto: “Oggi voglio proprio comperare un bel sedano”? Oppure, intravedendolo a un mercato, avrà pensato: “Però che bel sedano!”? Rido da solo, lungo Rama 4, camminando verso casa con un bicchiere di caffé ghiacciato Dean&De Luca tra le mani.

24 settembre

Ancora oggi, lui ripensa talvolta al grande prato di saggina che si distende sotto casa ed arriva, precipitando in un dirupo, al margine del fiume. Nelle sere d’estate, quando soffiava il vento – e ancora cantavano i grilli, mentre le lucciole restavano nascoste – i lunghi fili d’erba si flettevano in un’onda d’argento, che li traversava come una carezza, o un cenno di saluto.

25 settembre

Osservare e ascoltare i colleghi a scuola. E ogni volta sorprendermi a chiedermi: che storia hanno alle spalle? E: stanno scappando da qualcosa? Notare: molti avvocati e bancari che mandano carriere a puttane per rifarsi una vita qui. E quasi tutti, poco più che trentenni.

26 settembre

Come Notturno: la notte dei Fantasmi a Gorizia con N. (il piacere di dormire fuori casa, il bed&breakfast lungo l’Isonzo, la radio che si accende da sola in cucina alle cinque del mattino, la pioggia che cade lungamente sui coppi…)…

“Litigare per sciocchezze e con sterilità di risultati è un gran contento per gli italiani in genere.” (Gaddus, Giornale)

27 settembre

Musica per camaleonti:

28 settembre

Scrivere tre micro scene sugli abitanti di questo condominio. Proprio con il numero della stanza. Tipo: Stanza 712 (la ragazza lesbica e l’aitante tuttofare che sgattaiola fuori dalla porta alle otto del mattino). Stanza 749 (l’anziano svedese che riaccompagna all’ascensore una signorina con la metà dei suoi anni). Stanza 754 (l’uomo che vive solo con il grande pesce commestibile in una piccola vasca sistemata nell’ingresso, come se da noi fosse normale tenere le triglie nell’acquario…).

Domani a ChiangMai.

Calasso, in un intervista al New Yorker:

“Tanto per cominciare, cosa l’attraeva di Browne?

«Tutto. Era un superbo scrittore. Una specie di versione ridotta, anglica ed esoterica, di Montaigne. I geroglifici – ovvero l’idea di un linguaggio fatto di immagini – sono una presenza costante in tutti i miei libri. Fu l’inizio di molte cose per me. E fu anche un ottimo pretesto per stare a Londra. Passavo le mattine alla British Library e il pomeriggio al Warburg Institute, o viceversa. Una vita ideale. Erano gli anni ’60, gli inizi dei Beatles e di molto altro. Naturalmente cercai di rinviare il più possibile la data della discussione e alla fine scrissi la tesi in meno di un mese, fumando hashish tutte le notti. A quel tempo avevo degli amici americani a Roma, esperti in ogni genere di droghe. Abbastanza curioso, a pensarci adesso».”

“Parigi o cara fu invece pubblicato nella «Biblioteca di letteratura», perché – sostenne Bassani – costituiva un romanzo di formazione che si può scrivere solo una volta nella vita.” (Arbasino)

7 ottobre

“io voleva assolutamente fare a meno di me stessa”

da «Variazioni belliche»

10 ottobre

In J. i serpenti visti come segno ben augurale, ed il detto sugli amici – uno solo ti può salvare, è sufficiente. Uno solo.

12 ottobre

Uno studente stamattina: “In Thailand we have three seasons: the hot season, the hotter season and the hottest season!”

*Sto cercando di spiegare cose che non possono essere spiegate* – dice Bob Dylan.

23 ottobre

Nell’esteta, al supremo disprezzo per le volgarità del mondo, si unisce la capacità di trovare soddisfazione in qualsiasi circostanza (vedi Junger in guerra, o la Yourcenar che dice “chi ama il bello è disposto a trovarlo ovunque”).

1 novembre

Come non sia possibile dire mai nulla di definitivo – bene/male, giusto/sbagliato, bello/brutto e tutte le coppie metafisiche, tra l’altro incomprensibili per un asiatico… Il buio diventa positivo se lo si pensa come unica condizione per veder le stelle – qualcosa del genere nell’autobiografia di Severino, dove trovo anche questo bel notturno:

15 novembre

Pagine
accese
della più intima

biografia. Sete,
spine, errori
di calcolo, navi.

José Carlos Soares

16 dicembre

Tra quattro giorni il volo per l’Italia, dopo un anno e mezzo a Bangkok.

22 gennaio 2556

Sognata ieri notte. Non ricordo molto, solo forse una telefonata che si conclude con lei che dice di dover preparare qualcosa per pranzo. Non posso fare a meno di pensare alla morte di sua madre. Nella sua voce c’è una solitudine infinita, inconsolabile.

31 gennaio

Domenica al tempio Bukkhalo, dando da mangiare ai pesci.