Elad Lassry/ Il consumo dell’immagine sospesa – di Fabio Carnaghi

Elad Lassry Woman (Green Bow), 2012, C-print, cornice dipinta, cm 29,2x36,8x3,8

Elad Lassry, Four Braids (Blue), 2012, C-print, cornice dipinta, cm 36,8x29,2x3,8

Eggs, Meat, Milk

Elad Lassry, Untitled (Blue Bar Mural), 2011, lamina metallica su C-print, cornice dipinta,

Elad Lassry, Three Men, 2011, C-print, cornice dipinta, cm 29,2x36,8x3,8


 

 

 
 
 

L’immagine è oggetto e l’oggetto immagine. Questa corrispondenza biunivoca diviene principio fondante nell’arte di Elad Lassry.
L’atteggiamento iconofago definisce l’antropologia contemporanea ed i lavori di Lassry documentano una forma mentis culturalmente cresciuta in parallelo ad un universo di immagini.
Il processo oggettivante di un dato visivo si evolve verso l’astrazione, la dissociazione, lo straniamento. La semantica si rigenera su se stessa quando Lassry raccoglie come un objet trouvé l’immagine dall’immenso repertorio della multimedialità.
Il documento vintage rinfresca la sua carica iconografica, le cose così come i volti e gli animali democraticamente appianano e confondono ogni differenza di genere e gerarchia. Il ritratto, lo still life, la fotografia pubblicitaria hanno la stessa sorte: diventare oggetto. Oggetto a tutto tondo e tutt’uno con una cornice, che accorcia le distanze con la scultura, evadendo l’eterno limite della bidimensionalità. Oggetto di un’ermeneutica dell’osservazione non imbeccata da un suggerimento autoriale, ma liberata verso ogni angolatura in cui voglia addentrarsi.
La fotografia di Elad Lassry sfugge al timore di sembrare altro e non disdegna di sondare orizzonti non inconciliabili, dal collage alla rielaborazione fotografica, fino alla connotazione del non sense o del decoro cromatico.
Elad Lassry è testimone di un’iconografia accessibile, ecumenica e alla mano, che basta solo allungare di poco per riempirsi, perché le immagini sono oggetti d’uso e consumo, nella più totale sostenibilità di un ecosistema della virtualità, gratuitamente rigoglioso e spontaneo. Almeno per ora.
 

Elad Lassry
Nato a Tel Aviv, Israele, nel 1977, vive e lavora a Los Angeles.
Mostre personali di Elad Lassry sono state allestite presso prestigiose istituzioni internazionali come il Whitney Museum of American Art di New York, la Kunsthalle di Zurigo e il Contemporary Art Museum di St. Louis. Lassry ha inoltre preso parte all’ultima edizione della Biennale di Venezia e a mostre collettive presso il MoMa e il New Museum di New York, la Schirn Kunsthalle di Francoforte, il CAPC di Bordeaux, l’Institute of Contemporary Art di Philadelphia, la GAM di Torino.
 

©Elad Lassry
©Fabio Carnaghi