Stringhe, merletti e stecche di balena – di Mariangela Venezia

Ovvero, la donna è immobile?

Foto di Francesco Muscente

I nastri di seta si slacciano frusciando, le sottovesti cadono sul pavimento svelando, il corsetto si allenta, i boccoli si sciolgono dai fermagli dell’acconciatura.
In vestaglia di seta e pantofole di velluto, Lady sbadiglia.

– Ho fatto tutto, ho ammiccato, mi sono offerta, mi sono sottratta, sono fuggita, sono svenuta, sono stata rapita, salvata, ripudiata, riaccolta. E infatti ho sposato il duca, seduto in salotto a sbrigare gli affari delle sue tenute, elegantissimo nella veste da camera mentre il suo setter gli dorme docilmente accanto.
Questo matrimonio me lo sono guadagnato, da quando ero ragazzina sogno di sposare un nobiluomo, non un uomo purché sia, un surrogato, ma uno per cui conservarmi intatta e vergine, a cui regalare il mio fiore non ancora colto. Gli ho dato due figli, so stare in società, converso amabilmente e sono un’ottima padrona di casa, nessuno mai si è lamentato dei miei ricevimenti.
E adesso?
Ripenso alla prima volta che il duca dardeggiò la mia bocca e arrivò con le mani a toccare il mio centro infuocato, mentre la sua asta turgida mi sfiorava le vesti.
Che noia questo 1811. –

Lady si sveglia di soprassalto.

– Non si accorgeranno della mia assenza per un po’: i bambini sono con la governante, il duca parte per un viaggio di due mesi nei suoi possedimenti al Nord. Vado. Un salto di almeno due secoli voglio fare, sono stanca di questo romanticismo di inizio Ottocento, di quest’uomo che fa tutto senza di me tranne le cose che non gli piacciono, che stabilisce e controlla, di questa contea annegata nella bruma, delle trine, dei busti che non mi fanno respirare e questo desiderio di altrove, di aria, di parole che provengano solo da me. Come saranno tra due secoli le donne?
Saranno libere? Saranno poetesse e viaggiatrici? Scriveranno, canteranno, saranno sovversive e scandalose? Esisterà un tempo senza perbenismi? –

E Lady fa un salto nell’Occidente progredito e telematico.
Cammina per le strade inciampando nella crinolina del suo abito di taffetà color pervinca, quindici sottovesti, il busto stretto al massimo, il piccolo marquise bianco, il seno che si gonfia, in costante affanno, strizzato nel corpetto. Guarda le donne, i pantaloni, i capelli sciolti, i rossetti. Le donne guardano lei. Un uomo la ferma, con uno strano macchinario in mano. Mi scusi signora, le dice, posso fotografarla? È per la nostra rivista, lei è così chic, così contemporanea. Lo sa che quest’anno il taffetà è molto di moda, e quest’acconciatura, così botticelliana, stupenda, oddio, sarà perfetta per la nostra rubrica urban fashion, stia ferma, ecco, così, brava…
Lady strabuzza gli occhi accecata dal flash. – Ma come, contemporanea io? Sono passati due secoli, come fanno i miei merletti a essere alla moda? –
Poi si guarda intorno, donne disegnate ovunque su quadri giganteschi sospesi nell’aria. In biancheria intima. Quadri per soli uomini, come quelli che Lady aveva visto quella volta che l’avevano rapita dall’orfanotrofio per portarla nella casa di malaffare, dove il duca l’aveva trovata e salvata. Ecco perché le sue trine sono così sovversive.
Entra nei negozi, sale sui tram, cammina nei parchi, nessuno si accorge di lei, che invece si sente così fuori luogo senza carrozza e senza bruma. Cerca un segnale, tende l’orecchio per ascoltare cosa dicono le altre, scopre, nei brandelli di conversazione di quattro amiche sedute al bar, che esistono delle persone a cui puoi scrivere quando non capisci, che aiutano le donne a esprimersi, a ribellarsi. Sente parlare di psicoterapia, nevrosi, dottori e forum, di luoghi pensati per le donne.

– Ecco, ora sì che sono passati due secoli. Adesso vado a vedere cosa sono questi forum, che cos’è un giornale femminile. Cosa scrivono le donne? Cosa leggono? –

Vede che una delle donne sedute al bar ha in mano una specie di vassoio da tè, con sopra delle parole disegnate ma in movimento. Chiede se può guardare. È una rivista. Lady, rapita, legge la parola forum e ci preme su il dito, come ha visto fare alle altre.

Mio marito è assente fisicamente ed emotivamente. Uscire di scena. A quarant’anni sono ancora single. Meglio il botox o la chirurgia? Il matrimonio perfetto. Se lui preferisce il suo smartphone a voi. Tacco 16, la nuova seduzione. Donne artiste in cucina. Supermamme. Dive senza trucco. Come si dimentica. Disperate senza amore (maturo). Dimmi quanto tweetti e ti dirò chi sei. Il sesso del nuovo millennio è la finanza. Trine, merletti e collettini di pizzo, la moda di Jane Eyre. Sopportare un’umiliazione rende migliori. Il prossimo sarà quello giusto. Meglio una tata italiana o straniera? Vasi di fiori scenografici. La donna del futuro.

Lady preme forsennatamente tutti i bottoni, che si illuminano svelando pagine colorate, immagini e titoli enormi. Entra come in trance, cercando e cercando una riposta alla sua inquietudine.
Alza lo sguardo quando sente pronunciare il suo nome da una delle donne sedute al bar. Ah sì, quel libro, Lady e il fiore di fuoco, sì, l’ho appena finito, ce l’ho in borsa. Te lo presto, è pazzesco, ho capito tutto dopo averlo letto, si vede che è scritto da una donna. Questa Lady, così spregiudicata e fragile, così prorompente nella sua femminilità, guarda, dovremmo ispirarci tutte a lei. Riesce a tenersi un uomo che tutte vorrebbero, segue il suo destino nonostante le avversità, senza perdere mai di vista moralità e pudore.

– Ma che ne sanno loro di me? E come fanno a sapere del fiore di fuoco? È così che il duca chiama il mio centro, quando siamo in intimità e lui mi percorre le membra con la sua bocca umida di piacere. Stanno parlando di me, della mia storia. –

Lady afferra il libro e vede, in copertina, la sua faccia. Con i boccoli rossi graziosamente intrecciati e il vestito azzurro polvere che indossava al party di primavera, l’anno precedente.