Per noi, per voi, per loro – di Gabriella Landini

Foto di Francesco Muscente

Ultrafilosofia è un blog magazine di cultura, arte e invenzione.

Quando abbiamo iniziato questa impresa eravamo già in cammino ciascuno per i fatti propri, andavamo da qualche parte, sempre altrove. Forse, certe volte credevamo di avere raggiunto una qualche destinazione, anche appagante, seppure provvisoria. Poi, in un esordio d’estate, il racconto di un sogno ha sovvertito la trama dei nostri singoli narrati e li ha fatti incontrare. Galeotto è stato un phanes-enigma, apparso sotto forma di microbico legnetto dal nome seducente e melodioso: “Cuore del tabacco”.
Rivelazione onirica di un elemento preziosissimo quanto può esserlo l’arca dell’alleanza contenuta in un’umile scatola di cuoio, l’abbiamo esposta all’interpretazione di quanti desiderassero cimentarsi nel tentativo vano di tradurre la pentecoste in termini razionali. Il “Cuore del tabacco” inizia così il suo viaggio parola, per restare a noi comunque incomprensibile. Irrisolvibile l’enigma ci ha chiamati alla sua alterità e ci ha legati nell’incontro, all’ascolto. Noi abbiamo accettato il gioco e la partita, e ci siamo trovati coinvolti in un’avventura.

L’editore Francesco Bevivino aveva un nome depositato, Ultrafilosofia, per un magazine di là a venire quando si fosse data l’occasione per allestirlo. A lui quel nome evocava infinite sfumature poetiche e sapienziali. Aveva un’idea, ma non ancora gli interlocutori. Noi siamo stati gli interlocutori di quella sua aspirazione e il progetto ha cominciato ad articolarsi.

Ultrafilosofia è un viaggio artistico culturale con destinazione ignota, o meglio, con destinazione da inventarsi. È una proposta di libertà di espressione e di qualità formale. Siamo una colorata carovana di itineranti, di musici e saltimbanchi con l’indelebile dell’infanzia stampigliata nel canto. I nostri amici e collaboratori ci raggiungono da continenti esotici vicini-lontani, ci consegnano il sentore del monsone, il profumo arido del deserto, la seduzione della mandorla dell’occhio avvolto di foresta, la disperazione di tutte le attese estreme, la speranza di quanto dell’Altro intervenga, per noi, per loro. Procediamo da un’apertura per accogliere e ospitare nella rivista esperienze culturali e artistiche che vadano oltre le maglie critiche ideologiche sedimentate.

Un ludus gioioso struttura il nostro fare, atto libertino e nello stesso tempo elogio del piacere. Piacere di fare arte, piacere dell’altro, piacere della scrittura, che instaura un distacco da quel ragionare sulla soglia per restarvi impietrificati da una razionalità che ha inventato la soglia-altare-agone, il limite secante dell’aldiqua e dell’aldilà, fondamento delle due metà dell’uno – cosmo, universo, big bang –, totalità delle domande e delle risposte. Città, dalla quale il cielo si vede soltanto per spiragli, città che invade tutto l’ambiente intorno, scongiurando a colpi metafisici di cannone quel suo essere parzialità di un infinito sfacciato che si mostra se solo si osa alzare il naso all’insù e guardare le nuvole maestose nel loro passaggio. Se accompagnassimo il nostro sguardo dall’oblò dell’aereo a quello delle oche selvatiche nel loro migrare, scorgeremmo, ovunque, cielo. Il pianeta, la terra, la città, sospesi nell’incommensurabile cielo. Soltanto cielo.

L’arte che ci piace praticare ci accosta al mitico, si attiene all’erranza, al vagabondaggio, al nomadismo dei temi, all’idioma di ciascuno, alla particolarità, e per questo è libera. Non è utile e neppure inutile, non ha nessuna finalità o proponimento di senso e neppure di nonsenso. Goderne non richiede saperi. L’arte che ci piace praticare è quel che della vita non può essere fagocitato all’asservimento razionale; quella che dichiara nel suo esistere quanto la vita sia un assoluto indiscutibile, non relativizzabile. Arte e cultura legate all’eternità dell’istante: per noi l’antichissimo entra nel moderno per farne qualcosa di attuale.

Terremo in notevole considerazione la saggezza del ragionamento, il suo muoversi agilmente in città, la sua eleganza, il suo vagheggiare illusioni di dominio, il suo fallire ogni proposito non di rado a scapito della felicità e della bellezza originaria a cui l’umanità è comunque destinata. E dunque, ben consapevoli di muoverci sulla soglia, ci atterremo a un calendario di uscita di Ultrafilosofia, a una scansione tematica che di volta in volta sarà indicata nel titolo della rivista. Usciremo nella versione cartacea con un semestrale pubblicato dalla Bevivino Editore e avremo anche una versione ebook per edizioni speciali.